Le particolarità anatomiche e funzionali della circolazione venosa negli arti inferiori sono causa di diversi stati patologici. Infatti, il sangue venoso nelle gambe non solo deve superare l’ostacolo della forza di gravità (scorre dal basso verso l’alto), ma questo suo handicap è anche aggravato da cinque fattori:
- la scarsa robustezza costituzionale delle pareti vasali, che tendono facilmente a perdere l’elasticità necessaria a far progredire il sangue verso i grossi tronchi venosi addominali;
- problemi ormonali interni (utero gravido, stitichezza) ed esterni (indumenti stretti, come jeans e slip);
- problemi ormonali (come per l’elasticità cutanea, anche per quella vasale un’alterazione del metabolismo degli estrogeni può essere una grave minaccia);
- elementi costituzionali congeniti e/o ereditari (soffrono di più dei guai specifici i soggetti con pelle, occhi e capelli chiari);
- la vita sedentaria, il poco moto (ciò ostacola l’azione di “pompa” della muscolatura e della “suola venosa” del piede, detta anche “secondo cuore”).
Tutti questi motivi fanno comprendere facilmente che “vita difficile” abbia il sangue venoso nelle nostre gambe e come gli sia facile incorrere in guai più o meno seri.
Dalla pubertà (spesso anche prima) le pareti dei grossi vasi interni della gamba cominciano a rilasciarsi e, quindi, gli stessi vasi a dilatarsi. Inizialmente ciò passa inosservato, ma si arriverà al giorno in cui fatalmente si avvertiranno i primi disturbi, come la pesantezza, il gonfiore, i formicolii, i dolori. Appariranno i capillari superficiali, prima dilatati e poi rotti, e la cellulite si accumulerà. Queste patologie si aggravano con il trascorrere degli anni, fino alla formazione di grosse varici; i capillari rotti aumentano a dismisura (tutto ciò risulterà di maggiore entità nella donna con molte gravidanze). In fine, nei soggetti più sfortunati, potranno insorgere ulcere varicose.
Oggi disponiamo dei mezzi tecnici per conoscere appieno la situazione vascolare degli arti inferiori e predisporre gli interventi e le cure necessarie fin dalla più giovane età; con il Cellusan (un’apparecchiatura che effettua una minuziosa termografia da contatto) e con la Dopplersonografia il medico estetico può esattamente valutare lo stato dei grossi vasi venosi delle gambe e del microcircolo locale.
Un enorme passo avanti nella prevenzione e nella cura dei diffusissimi problemi relativi poi lo hanno fatto compiere i soft-laser: si tratta di laser a bassa potenza, che hanno un’azione di stimolo energetico sulle strutture elastiche della parete dei vasi, impedendo a esse di alterarsi e conferendo loro una maggiore resistenza. Il medico estetico esperto sa combinare particolari elettroterapie di stimolo col laser, in cicli di cura frazionati nel tempo.
I capillari dilatati o rotti possono essere eliminati con l’uso, invece del laser ad argon o con la scleroterapia (micropunture di ozono o di particolari liquidi, che hanno il compito di danneggiare la parete del capillare da eliminare, il quale in effetti successivamente si atrofizzerà).
E per gli stessi soggetti con ulcerazioni o piaghe (anche di natura non varicosa) oggi la medicina estetica può far molto: l’associazione della magnetoterapia, dell’ossigeno-ozonoterapia, del laser elio-neon e diodico, delle micropunture con la tecnica della mesoterapia, permette la chiusura in breve tempo delle piaghe e il ripristino di una buona circolazione locale.